venerdì 9 settembre 2011

Consiglio d'Europa: in Italia retorica razzista e xenofoba contro i sinti e i rom

“Le misure adottate dalle autorità italiane nei confronti dei rom e dei sinti non sono in linea con gli standard internazionali ed europei in materia di diritti umani”. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa dichiara le proprie preoccupazioni per la situazione dei rom e dei sinti in Italia e chiede alle autorità italiane di spostare l'attenzione dai provvedimenti coercitivi (espulsioni e sgomberi forzati) all'integrazione sociale e al contrasto della discriminazione e dell'antiziganismo.
Comunicato stampa - CommDH 023 (2011), Strasburgo, 07/09/2011
“La situazione dei rom e dei sinti in Italia resta fonte di grande preoccupazione. È opportuno porre l’accento non sui provvedimenti coercitivi, come le espulsioni e gli sgomberi forzati, ma piuttosto sull’integrazione sociale e la lotta contro la discriminazione e l’antiziganismo”, ha dichiarato oggi il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, in occasione della pubblicazione del rapporto stilato a seguito della visita del 26 e 27 maggio 2011 in Italia, nel corso della quale ha discusso della situazione della minoranza rom e sinta e dei migranti nordafricani.
Il Commissario è preoccupato per la retorica razzista e xenofoba contro rom e sinti. Questo fenomeno deve essere contrastato con l’ausilio di misure efficaci, in particolare attraverso iniziative di autoregolamentazione da parte dei partiti politici, e tramite la vigorosa applicazione delle disposizioni penali contro i reati di matrice razzista. Il Commissario insiste inoltre sulla necessità di far conoscere meglio la storia e la cultura rom e sinta al fine di lottare contro l’antiziganismo, ad esempio grazie alla diffusione e all’utilizzo delle schede illustrative sulla storia dei rom elaborate dal Consiglio d’Europa.
Le recenti espulsioni di rom e sinti, spesso svoltesi in violazione delle norme relative ai diritti umani, hanno avuto un impatto negativo non solo sulla fruizione del diritto all’alloggio, ma anche di altri diritti, come il diritto dei minori all’istruzione. “Le autorità italiane dovrebbero agire in conformità delle norme internazionali e del Consiglio d’Europa in materia di alloggio e di espulsioni e riportare la situazione in linea con la Carta sociale europea riveduta”.
Gli atti di violenza contro i rom e sinti, alcuni per mano delle forze dell’ordine, indicano la necessità per le autorità italiane di migliorare la risposta agli episodi di violenza scatenati da motivazioni razziali. “È necessario migliorare la gestione dei reati di stampo razzista e combattere i comportamenti abusivi, di tipo razzista, da parte della polizia. Il dispositivo di controllo degli atti e dei reati a sfondo razzista dovrebbe essere maggiormente flessibile ed attento ai bisogni delle vittime”.
Il Commissario ribadisce la sua raccomandazione alle autorità italiane di esaminare la situazione dei numerosi rom apolidi arrivati in Italia dall’ex Jugoslavia decenni fa, e dei loro figli, il cui numero attuale è stimato a circa 15000. Hammarberg auspica inoltre l’adozione di una strategia nazionale per l’integrazione sociale di rom e sinti in Italia, che sia di sostegno agli sforzi degli attori regionali e locali in questo campo, e propone, in un primo momento, la creazione di una task force a livello nazionale, incaricata di apportare tale supporto.
“I sempre più frequenti arrivi dal Nord Africa hanno evidenziato il bisogno di una maggiore attivazione dell’Italia e dell’Europa per assicurare il rispetto dei diritti dei migranti, inclusi i richiedenti asilo: ciò vale innanzitutto per il soccorso in mare, ma anche per la loro accoglienza, la loro integrazione e per un certo numero di procedure giuridiche”, ha dichiarato il Commissario.
“Risulta imperativo che qualora dei migranti si trovino in situazione di emergenza in mare, il soccorso e la sicurezza di quest’ultimi prevalgano su ogni altro tipo di considerazione, ivi compresa la mancanza di chiarezza o di accordi, in particolare tra l’Italia e Malta, in merito alle responsabilità per gli interventi di salvataggio”, ha sottolineato. Il Commissario invita inoltre le autorità italiane ad evitare qualsiasi pratica che potrebbe tradursi nel rinvio di migranti in paesi dove rischierebbero di subire maltrattamenti o un respingimento indiretto.
Sarebbe inoltre necessario migliorare le condizioni di accoglienza e di accesso all’asilo, in particolare attraverso lo sviluppo della capacità di programmi abitativi gestiti dal Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), finanziato da fondi pubblici, e sostenuto da una rete di autorità locali e organizzazioni no profit. I richiedenti asilo dovrebbero beneficiare di un adeguato accesso all’assistenza giuridica e contare su un sostegno psicosociale, qualunque sia il luogo in cui sono accolti. Relativamente al rimpatrio dei cittadini tunisini tramite “procedure semplificate”, il Commissario sollecita le autorità italiane a far sì che il sistema di garanzie dei diritti umani, in particolare l’accesso a procedure che permettano la contestazione delle decisioni di allontanamento, nonché il divieto delle espulsioni collettive, sia pienamente rispettato.
Il Commissario esorta infine ad ottimizzare il processo d’integrazione dei rifugiati e dei titolari di una protezione internazionale all’interno della società italiana. “È indispensabile rafforzare la capacità delle autorità locali a fornire alloggio e servizi. Occorre inoltre agevolare l’accesso dei rifugiati all’acquisizione della nazionalità italiana, nonché accelerare la procedura da seguire per ottenere il ricongiungimento familiare. La replica delle autorità italiane è allegata al rapporto del Commissario”. da Ufficio del Commissario per i diritti umani - Unità di Comunicazione

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