giovedì 19 settembre 2013

Sinti e rom, in Senato illustrati due disegni di legge per il riconoscimento

Al convegno, presieduto dal presidente della Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani Luigi Manconi, ha partecipato anche il Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, al cui dicastero appartengono le competenze in materia di politiche rivolte a rom e sinti in Italia.

I lavori del convegno sono stati l’occasione per la presentazione di due disegni di legge da parte del senatore Francesco Palermo, eletto alla scorse elezioni politiche nel collegio uninominale di Bolzano. Il primo disegno di legge prevede la ratifica e l’esecuzione della “Carta europea delle lingue regionali o minoritarie”, firmata a Strasburgo il 5 novembre 1992, proponendo in questo modo di includere anche la minoranza rom e sinta tra quelle da tutelare dal punto di vista linguistico e culturale; il secondo disegno di legge si intitola invece “Norme per la tutela e le pari opportunità della minoranza dei rom e dei sinti”.


Le comunità rom e sinte in Italia, in quanto “sprovviste di territorio”, non sono state fino ad oggi riconosciute a livello normativo come minoranze culturali e linguistiche e, pertanto, non sono state incluse tra quelle tutelate dalla Legge del 15 dicembre 1999 n. 482 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”. Tale legge riconosce dodici minoranze la cui lingua e cultura è tutelata: dai 1.300.000 sardi fino ai 2.100 croati che vivono in tre comuni del Molise.

Già in passato il Comitato dei Ministri dell’Educazione dell’Unione Europea, con la risoluzione 153/89 del 22 maggio 1989, nel dare indicazioni per una corretta scolarizzazione dei bambini rom, sosteneva che si dovesse tenere conto del fatto che «la loro cultura e la loro lingua fanno parte da più di mezzo millennio del patrimonio culturale e linguistico europeo».

Affermazione ribadita anche dal Parlamento europeo nel 1994 con la “Risoluzione sulla situazione dei rom nella comunità” (A3-0124/94), in cui si riconosce «che il popolo Rom è una delle minoranze più importanti dell’Unione Europea», per cui vanno tutelate «la lingua e gli altri aspetti della cultura rom come parte integrante del patrimonio culturale europeo»; e quindi si «raccomanda ai governi degli Stati membri di completare la Convenzione europea dei diritti umani con protocollo aggiuntivo sulle minoranze, nel quale la definizione di minoranza possa comprendere i rom in forma esplicita, attraverso un riferimento alle minoranze che non abbiano un territorio proprio».


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