mercoledì 3 maggio 2017

Mantova, la celebrazione della Commemorazione della morte di Gesù in sinto lombardo

Martedì 11 aprile scorso, nella Sala del Regno dei Testimoni di Geova di Mantova, la Commemorazione della morte di Gesù è stata celebrata per la prima volta in sinto cìb (lingua sinta) coinvolgendo la comunità sinta presente sul territorio mantovano. Subito dopo il tramonto, i ventitré presenti, di cui quindici di origine sinta, hanno potuto riflettere su ciò che è stato esposto da un breve discorso inerente gli effetti positivi del sacrificio di Cristo.


In apertura, il presidente dell'adunanza Simone Vella, ha dato in lingua sinta il benvenuto e ha invitato i presenti a intonare un cantico. Dopo aver pronunciato la preghiera iniziale ha indicato il tema del discorso biblico: Iam rikonoscenti par koa ke Kristo kardàs mendar - Mostriamo riconoscenza per quello che Cristo ha fatto per noi-.

Simone D’Agostino (in foto) ha preso la parola. Nell’introduzione del discorso ha evidenziato che quella era una speciale occasione e la loro presenza dimostrava che erano riconoscenti per il più nobile atto d’amore mai compiuto - iam krol kai in ketani oské kamaia ke u Baro Deval Jahvé ginela ke iam rikonoscenti par koa baro atto ke kardàs mendar-. Ha aggiunto: “In questo stesso giorno, circa 2.000 anni fa, Gesù Cristo diede la propria vita per liberarci dalla condanna del peccato e della morte” - kava divas 2.000 bers fa, Gesù diàs peskar gipe par ta mukel mendar du pekato e du murape -.

D’Agostino ha inoltre sottolineato che Gesù stabilì che i suoi discepoli tenessero una cerimonia molto semplice e che dovesse essere celebrata una volta all’anno “Gesù kamiàs ke pengar discepoli rekarenas ia kulto but semplice para ta na bistardenpe peskur sakrificio ke kardàs mendar, ia volta in dur bers (Luca 22: 19, 20)”.

Un aspetto che D’Agostino ha sviluppato è relativo al perché avevamo bisogno di essere liberati. Ha spiegato: “Adamo, u primo rom, islo dinglan leste ia posibilità ta cel gildo par sempre, kaia oportunità is pur ta vel, se sunelas pur Baro Deval. Na kardàs u kamiàs u Deval, Adamo nasadis i posibilità ta cel sido, kuando poi viàs dat i condana du mule vias trasmesa anke ar peskar ciave ( romani 5:12)” - Adamo, il primo uomo, aveva davanti a sé la prospettiva di vivere in eterno, questa prospettiva si sarebbe concretizzata se avesse ubbidito a Dio. Con la sua disubbidienza, Adamo vide sfumare la prospettiva di vivere per sempre. Quando poi diventò padre, la condanna della morte fu trasmessa anche ai suoi figli (Romani 5:12) -.

D’Agostino ha quindi domandato: "Isli ià posibilità ke krol ke vien dop Adamo cenas mukli dia pengar kondana ke vies par leste?” - C’era qualche speranza che i discendenti di Adamo potessero essere liberati dalla condanna che avevano ereditato? -. La risposta è stata: “Kokaro u kardàs du Gesù kon peskur murape, diasli i posibilità ta cen mukli (Matteo 20:28; Efesini 1:7). Jahvè biciadàs peskur ciavo oske kun pasela u Deval ilo i gidi par sempre (Giovanni 3:16)” - Potevano essere liberati grazie al sacrificio di riscatto di Gesù Cristo, provveduto da Dio (Mt 20:28; Ef 1:7). Geova mandò il suo unigenito Figlio perché chiunque esercitasse fede in lui potesse ottenere la vita eterna (Gv 3:16) -.

D’Agostino ha quindi esclamato: “I sukar ke sunelpe ke Gesù cias disposto ta sufraren e marel par ta delmi i gipe” - È estremamente toccante che Gesù sia stato disposto a soffrire e morire al posto nostro per darci la vita -.

Al termine del discorso, subito dopo aver ascoltato le preghiere di Jovitza Jacupovic per il pane e Simone Vella per il vino secondo quanto riportato in 1 Corinti 11: 23-25, vi è stata la cerimonia del passaggio del pane e del vino secondo la maniera in cui lo fece Gesù con gli undici fedeli apostoli la sera prima di essere messo a morte.


Simone D’Agostino ha quindi concluso il discorso chiedendo: “U ime ta kara per ta dimostrarà rikonoscenza?” - Cosa dobbiamo fare per mostrare riconoscenza? -. Ha quindi esortato con queste parole finali: “Jahvè kamela ke karaia parte da pengar familia. U kardas Gesù menghe, ci permete ta velmit ia relazione con pengar dat: u Baro Deval Jahvé. Ime ta kara i penela pur pengur ker (1 Timoteo 3: 14, 15) U baro Deval Jahvé kamela ke vivaren karai u kamela… e delmi a vas par ta karelo! Kuando iam tele, pitravaia mengur zii, mengalo kon kroll mengur zii! Konsularen tu mengar fede in dur Baro Deval i ta pringiarenlo fedar. Fedar pringiaraia u Baro Deval Jahvé e pengur ciavo Gesù, fedar i kamaili. Gian sempre ku kulto, miga pena para okasioni importanti ar kaia. In dur prosimi divas continuaràs ta hoavas pur peskro sakrificio kon gratitudine.” - Geova desidera che facciamo parte della sua famiglia di adoratori .Il sacrificio di Gesù ci permette di stringere un rapporto del tutto particolare con il nostro amorevole Padre celeste. Occorre rispettare le regole della sua casa (1Tm 3: 14, 15). Dio vuole che viviamo secondo le sue norme, perciò ci aiuterà a farlo. Quando siamo scoraggiati, apriamogli il nostro cuore pregando fervidamente. Consolidate la vostra fede in Dio approfondendo la conoscenza che avete di lui. Più conoscerete Dio e Cristo, più li amerete. Assistete regolarmente alle nostre riunioni, non solo in occasione di eventi speciali come questo. Nei prossimi giorni continuiamo a riflettere sul suo sacrificio con riconoscenza -.

Infine Simone Vella, presidente dell’adunanza, ha chiuso l’avvenimento con un cantico e una preghiera finale.
I sinti e le sinte presenti
Questa prima Commemorazione in lingua sinta si è organizzata grazie all’iniziativa del ministro itinerante dei Testimoni di Geova Ivo Di Blasio , supportato da Simone D'Agostino. L'adunanza è stata condotta dallo stesso Simone D'Agostino e da Jovica Jacupovic, appartenenti alla minoranza linguistica sinta e rom. Ha inoltre contribuito all’evento, sempre in lingua sinta, Simone Vella pur non essendo un'appartenente alla minoranza linguistica.
Ivo Di Blasio, ministro itinerante dei Testimoni di Geova
Nei giorni precedenti a questo evento oltre 8 milioni di volontari Testimoni di Geova di tutto il mondo, in 240 nazioni hanno invitato le persone a partecipare a questo speciale avvenimento, la Commemorazione della morte di Gesù Cristo. Lo scorso anno oltre 20 milioni di persone hanno accettato l’invito ad assistere a questo momento di riflessione e quest’anno anche gli appartenenti alla minoranza linguistica sinta hanno avuto modo di farlo nella propria lingua del cuore. di Simone D'Agostino

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